giovedì 30 giugno 2011

Psilla degli eucalipti.



Da un anno, circa, è arrivato in Sardegna un parassita che rischia di distruggere gli alberi di eucalipto. Viene dalla lontana Australia, come la pianta : prima si è diffuso in America poi, due anni fa in Spagna ed ora in Sardegna.
Anche la Psilla, come si chiama il parassita ( v. foto ), ormai viaggia in aereo !

Due mesi fa è arrivato anche a Sassari, e sta già iniziando a far danni.
E’ un animaletto che, allo stato larvale, succhia la linfa dalle foglie . Poiché l’attacco è massiccio ( in tre mesi ha invaso il 70% delle foglie degli alberi ), queste ingialliscono e cadono ; quando un albero perde le foglie si indebolisce e arriva persino a seccarsi.
Soprattutto, non fiorisce più !

I danni,
considerata l’importanza economica degli eucalipti, riguarderanno oltre all’apicoltura, anche l’agricoltura, l’erboristeria, il turismo e l’ambiente.
E, oltre la Sardegna, tutta l’Italia centro-meridionale.

Esiste, è vero, un altro animaletto “buono” ( Bliteus Psyllaephagus che, come dice il nome, mangia la Psilla e potrebbe contrastarla efficacemente ), ma prima che si diffonda (se non verrà aiutato e diffuso dall’uomo ) passeranno decenni.

Speriamo che il prossimo non sia l’ultimo raccolto, per il miele di eucalipto.

P.S.
Introdurre un insetto antagonista (1) significa ripristinare quell’equilibrio naturale rotto dalla Psilla, senza ricorrere alla chimica che, molto spesso, è solo un palliativo.
Infatti, anche in agricoltura, come nella Medicina per l’uomo, la chimica cura il sintomo e non la malattia, per cui si devono “curare” le piante per sempre.

(1) La prudenza, in questi casi, non è mai troppa : questo perché non si conoscono gli effetti dell’insetto sul nuovo ambiente.

martedì 28 giugno 2011

Tutto il miele è finito.



Il 21 giugno, in leggero anticipo quest’anno, è fiorito il primo albero di eucalipto della mia campagna, l’albero sentinella. Lo chiamo così, perché mi segnala l’inizio della fioritura nella zona dove avrei dovuto spostare gli alveari per raccogliere il miele di eucalipto.
Avrei dovuto, perché ora non lo faccio più, dopo trent’anni di attività apistica.
I miei (pochi) alveari restano davanti a casa, e mi accontento del miele … prodotto localmente.

Circa 20 anni fa, avevo piantato molte varietà di eucalipto, che fioriscono in stagioni diverse, in modo da assicurare fiori e nettare per le api, quando le altre fioriture sono scarse.
Ebbene, quest’anno è appena iniziata la fioritura degli eucalipti più diffusi, che durerà per quasi un mese. Essa permetterà agli apicoltori nomadisti di fare un generoso raccolto di miele prelibato.
A primavera prevale, con la sciamatura, lo sviluppo di nuove famiglie di api, mentre il raccolto di miele è, in genere, scarso. La fioritura dell’eucalipto giunge in un momento in cui, in Sardegna, le campagne sono tutte secche, per la siccità. Ma gli alveari sono stracolmi di api, tutte pronte per il raccolto : se l’apicoltore li trasporta tempestivamente in una zona dove abbondano gli eucalipti, potrà raccogliere un miele monoflora, molto apprezzato dai consumatori.
Spesso, le quantità prodotte sono anche notevoli, e ricompensano il lavoro svolto dall’apicoltore.
Il miele è uno dei prodotti alimentari a impatto ambientale quasi zero : questo perché, per produrre miele non si altera, né si inquina l’ambiente.
Anzi, se non ci fossero le api, il nettare dei fiori andrebbe totalmente perduto.
Ecco perché l’apicoltura andrebbe favorita, in quanto recupera una risorsa agricola altrimenti sprecata, favorisce l’impollinazione e la qualità dei frutti, produce ricchezza e occupazione, con un impatto ambientale prossimo a zero.
Ma una minaccia incombe….

lunedì 27 giugno 2011

Eucalipti in Sardegna.




L’Eucalipto è un albero sempreverde, che appartiene alla famiglia delle Mirtacee ( che comprende anche il Mirto, il Callistemon, la Melaleuca, per citare le specie più conosciute).
Originario dell’Australia, è stato introdotto recentemente in Europa. In Sardegna è stato utilizzato soprattutto come frangivento nelle aree di bonifica : è molto comune, per esempio, nelle zone di S. Maria La Palma, a Sassari, e ad Arborea, ad Oristano, dove è stato piantato ai primi del Novecento.
Oltre alla capacità di alleviare i danni alle colture provocati dal maestrale, con le sue radici succhia acqua in profondità, contribuendo a risanare, da zanzare e malaria, le zone paludose dove è stato piantato.
Pur essendo una specie nuova, si è adattato molto bene al clima dell’Isola, diventando una presenza familiare, anche se talvolta discussa.

E’ un albero a rapida crescita ( 2÷3 metri all’anno ), quindi produce notevoli quantità di legname, molto adatto alla produzione di carta e cellulosa in genere.
E’ ceduo : significa che una volta tagliato ricaccia rapidamente nuove piantine dal ceppo, aumentando la sua già notevole resistenza al fuoco.
E’ sempreverde, adatto al clima caldo e arido della Sardegna, dove resiste anche alla siccità più estrema.
Si adatta anche ai terreni a rischio desertificazione, arrestando il declino dei suoli.
Produce fiori molto profumati, intorno al mese di luglio ( alcune varietà a settembre÷ottobre ), contribuendo alla produzione di una notevole quantità di miele uniflorale, molto pregiato.
Dalle foglie si estrae l’eucaliptolo, un olio essenziale benefico per le affezioni dell’apparato respiratorio.

Secondo me, i vantaggi sono molto superiori alle sue qualità negative, per cui andrebbe diffuso con più convinzione.
Non è adatto ad essere piantato in boschi, ma può servire a formare filari compatti, lungo i confini dei campi e ai bordi dei pascoli.
Gli alberi isolati sono maestosi.

sabato 18 giugno 2011

Autostrade del Sole 2.

Ecco le prime !
Come avevo proposto 4 anni fa.

In Italia, il governo parla e promette ….
In Sardegna la Regione balbetta ….

Gli altri Paesi, invece, agiscono.

Abbiamo il “petrolio” ( il Vento e il Sole ) e lo regaliamo agli altri.

lunedì 6 giugno 2011

Votiamo tutti.

Referendum 12 e 13 giugno.



Finalmente ho scoperto qual era la vera funzione dei Nuraghi !
Erano le centrali nucleari della Sardegna preistorica.

D'altronde, tutti sanno che la parola Nur significa luce : e per accendere la luce ci voleva, anche allora, una centrale elettrica….
I nuragici ne costruirono più di 8.000 !
Chi negherà ancora che la Sardegna era Atlantide ?

Enzo Marciante, ci racconta come avvenne.

Questa volta il voto è veramente importante : vota e fai votare 4 Sì, per il nucleare, per l'acqua pubblica ( e meno cara ), per una legge uguale per tutti.