martedì 9 ottobre 2012

Muraglie fortificate ?




     Le Muraglie come fortificazioni sono legate all’interpretazione dei Nuraghi come fortezze.  Le caratteristiche (luogo alto, muro di cinta, ecc.) portano, infatti, alle stesse conclusioni : infinite guerre tribali.

 Ma non erano fortificazioni.

1. Con le capacità costruttive che avevano, avrebbero potuto recintare tutto il villaggio ( come le  mura di una città …)
Se un ipotetico assalto a  Monte Baranta (ipotizzato dall’archeologia ufficiale), fosse un  “giallo” :
a) mancherebbe l’assassino.
b) mancherebbe il movente.

a) Infatti, all’epoca non si navigava ( se non sporadicamente ), nei mari occidentali.  Inoltre, le tribù  erano distanti fra loro e c’era spazio per tutti.
Da chi dovevano proteggersi gli abitanti ?

b) E poi, che cosa si poteva rubare a poche decine di pastori ?  Le pecore ?  Si potevano rubare, assai più facilmente, mentre erano al pascolo sorvegliate, spesso,  da un bambino.  O le facevano pascolare con la scorta armata ?
      Oppure rubavano le armi ? ( I bastoni e le pietre ….)

2. Che non fosse un muro di cinta si può dedurre dal fatto che, in genere,  proteggeva soltanto un lato ( di  quattro ) : e gli altri lati ? 
Non è vero che c’è sempre una rupe : a Monte Baranta, per esempio, a Sud è pianura (e c’è anche un secondo ingresso, in corrispondenza del Recinto-Torre), a  Est c’è soltanto un metro di dislivello !
     L’altezza delle Muraglie Megalitiche, di  3÷5 metri, è insufficiente per difendere il villaggio dai nemici :  si possono scalare, molto facilmente.  Inoltre, il metodo costruttivo non permetteva di farle molto più alte, perché la spinta delle pietre le avrebbe rese instabili. 
Anche la presenza di due ingressi, senza porte, sta ad indicare che non era un sistema di difesa.
Spesso, inoltre, ci sono edifici anche all’esterno delle muraglie (monte Baranta, monte Ossoni, ecc.), a significare che non c’era la necessità di opere difensive, verso aggressori non meglio specificati.

3) La storia della successivaCiviltà Nuragica,  sta a dimostrare che non c’era belligeranza tra le tribù, ma relazioni di amicizia e reciproco aiuto.
Per costruire un Nuraghe  c’era la necessità di unire le forze di un vasto territorio,  e serviva l’apporto di numerosi uomini sani e forti.
La conflittualità diffusa non l’avrebbe mai permesso.

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2 commenti:

Cubala ha detto...

Non mi trovo per nulla d'accordo con la tesi da espressa in questo articolo:

1) a)Sbagliato, nel III millennio a.c nei "mari occidentali" si navigava eccome. L'ossidiana del Monte Arci continuava a raggiungere le coste del continente, e soprattutto nella Corsica l'ossidiana e la selce sarde erano ancora utilizzatissime, quindi nel caso specifico della Sardegna e delle Muraglie della cultura di Monte Claro, erano i frequenti i movimenti transmarini, proprio per questo motivo esistono muraglie megalitiche a poca distanza dal mare presso Castelsardo, e rinvenimenti della cultura di Monte Claro sono stati effettuati anche nelle isole minori sarde, come quella di Tavolara dove esisteva un villaggio, o come in quella di Spargi.
Peraltro, nel III millennio a.c la Sardegna fu investita come gran parte dell'Europa Occidentale, dal fenomeno "Bell Beaker", fenomeno che investì anche la Sicilia, il Nord Italia, la Penisola Iberica, il Marocco, la Francia, le isole britanniche ed oltre, e che ebbe origine verosimilmente nell'Europa Centrale. La cultura materiale Bell Beaker o "Campaniforme", raggiunse logicamente la Sardegna e le altre isole via mare, ed in Sardegna i siti dove la culturale materiale campaniforme (ceramiche, brassard, armi ed oggetti metallici) è attestata sono ormai oltre settanta, compresi diversi nelle località interne, non si trattava quindi di un episodio sporadico o circoscritto. In Sardegna circolavano addirittura materiali come l'avorio di elefante africano e persino asiatico, s'informi ad esempio sul rinvenimento di bottoni d'avori nella sepoltura campaniforme di Padru Jossu (https://www.academia.edu/40273472/THE_PROBOSCIDEAN_IVORY_ADORNMENTS_FROM_THE_HYPOGEUM_OF_PADRU_JOSSU_SANLURI_SARDINIA_ITALY_AND_THE_MEDITERRANEAN_BELL_BEAKER).
Un individuo proveniente da una sepoltura del III millennio a.c ha un genoma Nord Africano, molto diverso da quello degli altri sepolti sardi, stiamo parlando di uno studio recentissimo, di appena un anno fa, dove l'intero genoma è analizzato, quindi il dato è sicuro. Quindi come testimoniano i bottoni d'avorio e l'individuo africano, esistevano rotte in mare aperto, non solo di cabotaggio, la navigazione avveniva non solo non di rado, ma anche con modalità piuttosto "avanzate". Non dimentichiamo che già nel Neolitico antico, dopo che la Sardegna rimase disabitata per alcuni secoli, l'isola venne ricolonizzata dai popoli neolitici che portarono con le loro imbarcazioni buoi, maiali, capre, pecore, cani, e altri animali di grossa taglia via mare (persino i cervi, per dire, furono importati in Sardegna nel Neolitico, visto che la specie nativa di Sardegna e Corsica, il promegaceros, era estinta da millenni prima dell'arrivo dei colonizzatori neolitici), quindi già da millenni la navigazione nei "mari occidentali" avveniva già con modalità piuttosto articolate.

Accertato quindi che la navigazione avveniva NON di rado all'epoca, bisogna chiedersi se i rapporti con i popoli allogeni (come quelli che portarono nell'isola la cultura materiale campaniforme) fossero davvero sempre pacifici. Io sinceramente non ne sono poi così convinto, i più recenti studi genetici sulla preistoria delle isole britanniche hanno confermato senza ombra di dubbio che la diffusione della cultura campaniforme in Inghilterra fu accompagnata anche ad una sostituzione delle popolazioni locali.
Valori poi non prende in considerazione che gli aggressori potevano benissimo anche essere popolazioni stanziate nella Sardegna stessa.


Cubala ha detto...

b Chi ha detto che fossero solo pastori? Sin dal Neolitico in Sardegna esistevano diverse colture: grano, orzo, legumi di ogni tipo, e le pecore e le capre non erano gli unici animali allevati, c'erano anche i maiali e soprattutto i buoi, e penso che i buoi da soli ne valessero la pena visto il loro valore. Purtroppo anche gli esseri umani stessi potevano essere catturati, specialmente le donne. Poche decine? Con l'agricoltura e l'allevamente si possono sostentare tranquillamente anche comunità di centinaia o di migliaia di individui, alcuni abitati della cultura di Ozieri contano centinaia di unità abitative, certo quelli della cultura di Monte Claro solitamente erano meno estesi, ma dubito che si trattasse di "qualche decine". In ogni caso le guerre inter tribali esistono anche nelle comunità di cacciatori raccoglitori, e quelle contavano veramente solo poche decine di persone. Riguardo alle armi, in realtà all'epoca della cultura di Monte Claro esistevano già pugnali in rame di buona fattura, non solo pietre e bastoni" (o più verosimilmente archi e freccie ), anche se non penso che le armi fossero l'obbiettivo principale delle incursioni.

2 E gli altri lati? gli altri erano a strapiombo nella stragrande maggior parte dei casi, quindi non necessitavano di essere protetti da mura di cinta.

3 Veramente nulla dimostra che non ci fosse belligerenza tra le "tribù" nuragiche, che tra l'altro vissero mille anni dopo il periodo in questione, i Nuragici facevano uso di armi ed armature di ogni sorta.